Se si installassero progetti agrivoltaici sull’1% della superficie agricola europea, si raggiungerebbe una potenza di oltre 900GW

Il PNRR ha destinato al fotovoltaico in ambito agricolo un totale di 2,6 miliardi di euro, evidenziando come questa modalità di produzione di energia elettrica possa rappresentare una concreta via da percorrere per la decarbonizzazione.

Questo fondo è suddiviso in due categorie:

  • 1,5 miliardi sono destinati al cosiddetto Parco Agrisolare, che ha come obbiettivo quello di incentivare l’installazione di pannelli fotovoltaici sulle coperture di infrastrutture agricole, senza quindi prevedere il consumo di suolo (si stimano 4,3 milioni di metri quadri per una potenza di circa 0,43GW)
  • 1,1 miliardi dedicati in senso stretto allo sviluppo dell’Agrivoltaico

Quest’ultima, ovvero la tecnologia che vede convivere e integrarsi produzione energetica e agricola presenta diversi benefici

  • grazie alla presenza dei pannelli, protezione delle culture dagli eventi atmosferici
  • integrazione del reddito dell’azienda agricola
  • diminuzione del fabbisogno idrico
  • creazione di nuove opportunità di lavoro nelle comunità rurali
  • contrasto dell’abbandono dei terreni agricoli
  • aumento dell’umidità dei terreni (che, a sua volta, migliora la crescita delle piante)
  • stimolo agli investimenti
  • doppio uso del suolo (produzione sia energetica che agricola)

Agrivoltaico, ad ogni coltura la propria soluzione

La realizzazione di un impianto agrivoltaico implica una progettazione dettagliata di vari aspetti. È importante identificare quali le colture possano considerarsi più adatte alla presenza del fotovoltaico e, una volta identificate, capire quale tipo di sistemi solari utilizzare in base alla coltura stessa

A seconda della coltura è possibile progettare al meglio l’impianto, prevedendo, ad esempio, solo coperture parziali. Per ogni specifica area e cultura si devono pensare configurazione impiantistica e moduli differenti. Importante è anche il rapporto dell’installazione con il paesaggio.

Un esempio interessante è quello della coltivazione di mirtilli e lamponi, che bene si abbinano all’alternanza di luce e ombra, inoltre i pannelli che fanno da copertura riducono di circa 1/4 l’evaporazione rispetto alle piante in campo aperto.

Agrivoltaico, position paper del 02 marzo 2022

Al fine rendere maggiormente coerente con il quadro normativo regolatorio e aderente a standard tecnici già studiati ed adottati in altri paesi UE, il presente position paper è stato redatto considerando la definizione presente nel LEGGE 29 luglio 2021, n. 108 in cui si definiscono agri-voltaici quegli impianti “che adottino soluzioni integrative innovative con montaggio dei moduli elevati da terra, anche prevedendo la rotazione dei moduli stessi, comunque in modo da non compromettere la continuità delle attività di coltivazione agricola e
pastorale, anche consentendo l’applicazione di strumenti di agricoltura digitale e di precisione.” e la normativa tedesca DIN SPEC 91434 “Impianti agri-fotovoltaici – Requisiti per l’utilizzo agricolo primario”.

Le due principali configurazioni, identificate nel position paper, riguardano un agrivoltaico elevato e uno interfilare.

Agrivoltaico, cosa manca?

Affinché l’agrivoltaico possa esprimere tutto il suo potenziale, occorre innanzitutto che il legislatore lo definisca sotto i suoi molteplici aspetti e quindi sono necessari confini entro cui muoversi dal punto di vista:

  • della produzione energetica
  • dell’attività agricola
  • dell’impatto paesaggistico

Tale legislazione, al momento mancante, richiederebbe un dialogo tra i due settori coinvolti, agricolo ed energetico.

Servirà una cultura multidisciplinare e sviluppare standard che definiscano le due linee di sviluppo che si prospettano del prossimo futuro:

  1. i produttori indipendenti di energia elettrica, che implementeranno grandi progetti, preservando l’attività agricola/pastorizia in accordo con imprenditori locali del settore
  2. gli imprenditori agricoli, che realizzeranno impianti di dimensioni più limitate.