Dato: per raggiungere gli obiettivi del Green Deal europeo, l’Italia dovrà installare circa 60GW di nuovi impianti a fonti rinnovabili entro il 2030, di cui 43GW di FV.
Tra le strade percorribili, oltre alla collocazione su edifici, ci sono le installazioni a terra, su suolo agricolo. Queste ultime vengono guardate con diffidenza, in particolare da Coldiretti Giovani Impresa:
- che asserisce “destinando i suoli agricoli al fotovoltaico non ci saranno più terreni da coltivare ed accelereremo la perdita di biodiversità unica del nostro Paese”
Ma è vero? Al contrario, un recente studio tedesco, Studie_Solarparks_Gewinne_fuer_die_Biodiversitaet, sostiene che nel complesso i parchi fotovoltaici sono una “vittoria” per la biodiversità, in quanto consentirebbero, non solo di proteggere il clima -attraverso la generazione di energia elettrica rinnovabile-, ma anche di migliorare la conservazione del territorio.
Le installazioni solari a terra formano un ambiente favorevole, in qualche misura “protetto” per la colonizzazione di diverse specie, che difficilmente riuscirebbero a sopravvivere sui terreni caratterizzati da monocolture, su quelli troppo sfruttati, o su quelli abbandonati e incolti. Altra nota positiva: l’ombreggiatura causata dai filari di moduli fotovoltaici, influenza la temperatura dell’aria, le precipitazioni e l’evaporazione e ha un effetto a catena sul suolo, la vegetazione e la biodiversità. Per non parlare dell’impatto positivo che hanno sulla presenza degli insetti impollinatori, che, come sappiamo, sono di vitale importanza e devono essere tutelati con cura.
- avanzando preoccupazioni sul “difendere la capacità produttiva alimentare nazionale”
Rischiamo veramente di occupare terreni agricoli necessari per il sostentamento alimentare del Paese? Il dato Istat 2016 sull’Italia parla di 12,6 milioni di ettari di superficie agricola utilizzata e 16,5 milioni di ettari di superficie agricola totale. Quanto spazio servirebbe per raggiungere i target 2030? Se dovessimo, solo in via ipotetica, installare tutti i 43GW su terreno, sarebbe sufficiente appena lo 0,25% della superficie agricola totale italiana o l’ 8,5% di quella non utilizzata.
Intanto, sono sempre di più i progetti che puntano a far convivere fotovoltaico e agricoltura, con reciproci vantaggi in termini di produzione energetica, tutela ambientale, conservazione della biodiversità, mantenimento dei suoli, ne parliamo qua.
Occorre, quindi, promuovere la realizzazione di impianti fotovoltaici a terra, senza sottrarre spazio alle superfici agricole utilizzate, sia attraverso soluzioni innovative come l’agrivoltaico, capaci di integrare la produzione di energia con la produzione agricola e zootecnica, sia attraverso campi fotovoltaici sulle aree abbandonate, degradate o marginali.