Petrolio russo, cosa prevede l’accordo raggiunto dal Consiglio europeo?
L’intesa dei leader prevede lo stop alle sole importazioni via mare entro fine anno, i due terzi del totale, ma continueranno quelle via tubo per assecondare le richieste ungheresi.
Embargo parziale quindi e non totale al petrolio russo, quello deciso dai leader dei 27 Stati membri Ue al termine della prima giornata del Consiglio europeo (che si chiuderà oggi, martedì 31 maggio).
Si è raggiunto un accordo per inserire, nel sesto pacchetto di sanzioni contro Mosca, lo stop alle importazioni di greggio e di prodotti petroliferi via nave entro la fine del 2022 con un’eccezione temporanea per il petrolio fornito tramite oleodotti.
Secondo Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, questa decisione avrà un impatto su oltre due terzi del greggio russo che arriva nei Paesi Ue, tagliando così una rilevante fonte di finanziamento per la guerra di Putin in Ucraina.
I leader dei 27 hanno convenuto che “in caso di improvvise interruzioni degli approvvigionamenti, saranno introdotte misure di emergenza per garantire la sicurezza” delle forniture.
A inizio maggio Bruxelles aveva proposto un bando totale al petrolio russo importato via nave e via tubo, questa misura è stata poi mitigata e circoscritta a seguito delle preoccupazioni di alcuni governi, Ungheria in primis.
Secondo i dati citati dalla agenzia Euractiv, da quando è scoppiato il conflitto in Ucraina, i Paesi Ue hanno acquistato combustibili fossili dalla Russia per circa 56 miliardi di euro, di cui 30 miliardi per importazioni petrolifere.