Il Rapporto Acer, l’ agenzia europea per la cooperazione tra i regolatori energetici, sul market design elettrico, richiesto dalla Commissione Ue lo scorso ottobre 2021, sostanzialmente boccia l’ipotesi di fissare un tetto ai prezzi elettrici.

Sebbene le circostanze attuali del sistema elettrico siano alla deriva, Acer ritiene che le difficoltà registrate negli ultimi mesi non siano da imputare alla struttura del mercato.

Nel documento si parla di benefici per i consumatori europei stimati in circa 34 miliardi di euro/anno, grazie agli sforzi intrapresi negli ultimi dieci anni per integrare i mercati elettrici nazionali e così consentire un maggiore commercio transfrontaliero di energia, che a sua volta ha permesso di aumentare la sicurezza degli approvvigionamenti.

La struttura del mercato ha inoltre favorito la diffusione della generazione elettrica da fonti rinnovabili a livello Ue.

Tuttavia, si osserva che il market design non è concepito per la situazione di “emergenza” in cui si trovano i Paesi Ue in questo momento.

Quale sarebbe, quindi, la soluzione per affrontare la situazione attuale?

Acer è convinta che la strada maestra da seguire sia accrescere ulteriormente il livello di integrazione del mercato elettrico, puntando su elettrificazione dei consumi finali, installazione di fonti rinnovabili e tecnologie per aumentare la flessibilità del sistema (come gli accumuli), finalizzate a gestire la produzione intermittente dei parchi eolici e fotovoltaici.

Di seguito le principali raccomandazioni e proposte contenute nel rapporto:

  • ottimizzare il funzionamento dei mercati a breve termine attuando le misure già concordate a livello Ue: raggiungere il 70% di capacità interzonale nel 2025, implementare il prima possibile il market coupling basato sui flussi, integrare i mercati nazionali del bilanciamento;
  • guidare la transizione energetica con mercati efficienti a lungo termine, ad esempio migliorando la possibilità di accedere ai PPA per i soggetti più piccoli, attraverso garanzie pubbliche per ridurre i rischi e piattaforme di aggregazione di acquirenti e fornitori; la liquidità del mercato potrebbe essere stimolata per aiutare le società indipendenti e i trader a competere con le grandi imprese consolidate (tramite gare, misure obbligatorie o incentivi economici);
  • aumentare la flessibilità del sistema elettrico, preservando segnali di prezzo liberamente determinati e competitivi;
  • proteggere i consumatori dalla eccessiva volatilità dei prezzi, trovando un equilibrio tra garantire la responsabilità finanziaria dei fornitori di energia al dettaglio a vantaggio della fiducia dei consumatori e della stabilità del mercato, e mantenere il mercato aperto a nuovi fornitori per ridurre i costi;
  • affrontare le barriere non di mercato e gli ostacoli politici: gli Stati membri dovrebbero valutare un maggiore coordinamento degli approcci e dei piani per la generazione su larga scala e la diffusione delle infrastrutture di rete;
  • prepararsi per futuri prezzi energetici elevati in “tempo di pace”, considerando con prudenza la necessità di modificare il funzionamento del mercato.

In sostanza, ogni intervento dovrebbe cercare di affrontare le “cause profonde” del problema, cioè i prezzi alti del gas, piuttosto che i suoi sintomi (le impennate dei prezzi elettrici).

Pertanto, sarebbe opportuno perseguire misure che accelerino la riduzione della domanda di gas (efficienza, fuel-switch), e attuare sforzi aggiuntivi che possano esercitare una pressione al ribasso sui prezzi del gas (ricerca di nuove forniture), pur mantenendo prezzi che garantiscano comunque le necessarie consegne di gas naturale liquefatto.