Consumatori, lo siamo tutti.

Tutti compriamo, chi più chi meno, c’è chi sta attento a risparmiare e chi invece non bada alle spese.

C’è chi compra solo prodotti di marca e chi invece boicotta le multinazionali, chi vuole esclusivamente ciò che proviene da agricoltura biologica e si preoccupa della tracciabilità e chi invece guarda al prezzo finale, senza farsi troppe domande.

Quali sono i profili?

Oculato: l’acquisto è un concetto semplice, finalizzato a soddisfare una necessità, i suoi obiettivi sono nutrirsi e coprirsi. Si consuma solo per soddisfare dei bisogni primari.

Comparatore omnichannel: si muove con destrezza alla ricerca della miglior offerta, è un consumatore attivo, sempre a caccia di occasioni.

Virtuale: non rinuncia ai comfort della tecnologia ed è pienamente a suo agio nel mondo online. Ha eliminato con piacere tutto ciò che non è digitale. Sono persone curiose, sempre al passo con i tempi e costantemente proiettate verso il futuro.

Fashion victim: ciò che conta è che si tratti di un prodotto instagrammabile, che conquisti il maggior numero di consensi possibili.

Km zero: si impegna a comprare esclusivamente prodotti a basso impatto ambientale, con filiera certificata e packaging sostenibili, realizzati nel rispetto dell’uomo e della natura. Sono consumatori con una forte coscienza green, che non vogliono ingerire o indossare qualsiasi cosa ma che si preoccupano delle conseguenze che tutto ciò ha sulla salute dell’individuo. Spesso sono persone informate e si preoccupano per il futuro del nostro pianeta.

Il compulsivo: compra per definizione, non può resistere all’irrefrenabile bisogno di comprare e non riesce a darsi dei limiti. Si tratta di consumatori che soffrono di shopping compulsivo e che comprano per sentirsi bene, per l’emozione del momento, e che poi si pentono di ciò che hanno acquistato.

Old School: ama mantenere le proprie abitudini e soffre molto per la chiusura dei negozi di quartiere e di tutto ciò che rappresentano: il contatto diretto cliente e negoziante, la routine, i consigli sui prodotti, l’attenzione alla stagionalità. Il momento dell’acquisto è un’occasione di dialogo e confronto, di scambio e di conoscenza.

Cosa hanno tutti in comune?

L’82% dei consumatori afferma di pensare alla sostenibilità molto più di prima che scoppiasse la pandemia di COVID-19, questo dato dimostra che l’ecologia è una delle preoccupazioni principali della società.

Il 78% dei consumatori ritiene che le grandi aziende svolgano un ruolo importante nella lotta al cambiamento climatico.

Inoltre, le persone cercano di adottare nuovi comportamenti che le facciano “sentire bene” in relazione a vari aspetti della propria vita quotidiana. Queste azioni quotidiane fanno sì che la sostenibilità appaia più facile da conseguire e gestire, il che a sua volta solleva il morale e crea sentimenti positivi. Le scienze del comportamento ci insegnano che quando ci sentiamo soddisfatti delle nostre azioni, siamo più motivati a continuare a comportarci in quel modo.

Per i brand, questo significa che è importante spiegare ai consumatori che gli obiettivi di sostenibilità più ampi possono essere suddivisi in passaggi più semplici. Assicurarsi di evidenziare i cambiamenti importanti portati a termine e di intraprendere azioni reali, trasparenti e misurabili.

I clienti si aspettano di avere a disposizione opzioni più rispettose dell’ambiente, ma non a spese degli altri vantaggi dei prodotti. Per riuscirci, i brand devono integrare la sostenibilità nella loro proposta di valore attuale, molto meglio, invece di creare una nuova linea di prodotti, integrare la sostenibilità all’interno dell’azienda (ad esempio, rendere lo stesso processo produttivo più sostenibile).