È un dato di fatto, il fotovoltaico ad oggi è la tecnologia più conveniente e la migliore soluzione contro la crisi climatica, ma esistono ancora falsi miti in merito. Vediamoli.
1. “Gli impianti fotovoltaici rubano terreni all’agricoltura”
- la superficie agricola disponibile è di oltre 16,6 milioni di ettari
- la superficie agricola utilizzata è di oltre 12,4 milioni di ettari
- la superficie agricola non utilizzata o abbandonata supera i 4,2 milioni di ettari
- la superficie agricola abbandonata ogni anno supera i 120mila ettari.
Per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni entro il 2030 sono necessari 43 GW di nuove installazioni FV, che corrisponderebbe a:
- un terzo della superficie agricola che ogni anno non viene più coltivata passando a uno stato di abbandono
- 0,9% della superficie agricola persa totale
- 0,24% della superficie agricola totale.
Senza parlare del fatto che l’agrovoltaico(grazie al quale è possibile far coesistere moduli e agricoltura sullo stesso pezzo di terreno) rappresenta un’ottima opportunità per gli agricoltori di continuare a coltivare la terra, beneficiando del ricavo economico aggiuntivo proveniente dagli impianti solari.
2. “Il fotovoltaico è un pericolo per il paesaggio e compromette la biodiversità”
Sulle aree di pregio paesaggistico o naturalistico non è possibile installare pannelli a terra, perché già protette da vincoli paesaggistici.
Inoltre, dove si installano impianti fotovoltaici non sono consentiti diserbanti e sostanze chimiche. Considerando che oggi gran parte dei terreni agricoli italiani sono devastati da usi eccessivi di pesticidi, l’agrovoltaico è un’opportunità per far convivere produzione di energia pulita e agricoltura sostenibile proprio nel rispetto della biodiversità.
3. “Il fotovoltaico è una fonte inaffidabile perché non programmabile e non prevedibile”
Vista ormai l’elevata precisione raggiunta dalle previsioni meteo – insieme ai dati storici disponibili sulle produzioni degli impianti fotovoltaici – è più semplice prevedere la produzione solare.
4. “Dietro agli incendi c’è il business del fotovoltaico”
I terreni percorsi dagli incendi sono esclusi da ogni possibile utilizzo per i successivi 15 anni dall’incendio (legge nazionale 353/2000, art. 10).
5. “I pannelli fotovoltaici non riducono le emissioni di CO2 perché per produrli si consuma energia da carbone”
L’energia necessaria per produrre un modulo fotovoltaico viene compensata dallo stesso modulo in meno di un anno di funzionamento.